trata…che? trataka!

Written by on 26/05/2010

Potrebbe sembrare il suono di un’articolazione che si spezza mentre cerchiamo inutilmente di annodare le gambe come un bretzel.

Invece significa “guardare fisso“, e difatti si pratica proprio guardando fisso un punto, un oggetto o la fiamma di una candela (quest’ultima è la mia ‘versione ‘ preferita!), ed è una tecnica efficacissima che la saggezza dello Yoga ci ha regalato per aiutarci a migliorare la capacità ci concentrazione, aumentando la nostra stabilità mentale. Per gli appassionati di chakra, sviluppa le potenzialità del cosiddetto terzo occhio.
Tra le altre cose, è utile per migliorare i piccoli difetti visivi (rafforza il nervo ottico e i muscoli che controllano i movimenti oculari; pulisce e lubrifica i condotti lacrimali prevenendo congiuntiviti e compagnia bella).
Pronti a provare? 

Le uniche raccomandazioni da ricordare sono:

1. Continuare a respirare! Lo so che sembra banale, ma quando fissiamo lo sguardo in in punto (che sia lo schermo del pc, oppure l’autostrada su cui stiamo guidando…) tendiamo, spesso istintivamente, ad accorciare tantissimo il respiro, il che riduce l’ossigenazione di tutti i nostri tessuti, compresi i delicati muscoli degli occhi. 
    Insomma perché rischiare, al termine di una pratica che in realtà rilassa e potenzia lo sguardo, di avere invece gli occhi stanchi come dopo aver guidato da Venezia a Barcellona senza soste? Respiriamo!
2. Togliere le lenti a contatto, se le utilizziamo. Fissare lo sguardo senza sbattere le ciglia le “asciugherebbe” troppo e, come per il punto precedente, non ha senso finire dall’oculista per rimediare a una pratica che potrebbe, invece, aiutarci a migliorare la vista.
3. Lasciare la mandibola ‘morbida’ (chi è abituato a lavorare con me avrà certamente presente il mio famoso mantra ‘lascia spazio tra i denti sopra e i denti sotto’, dato che lo ripeto fino a rischiare la noia; è importante perché le tensioni della bocca sono tensioni anche del collo e, invece, provare ad esplorare una modalità di lavoro su di sé che, per una volta, non comporti lo ‘stringere i denti’ sicuramente migliora la qualità della respirazione, e dunque anche dell’ossigenazione dei tessuti, compresi quelli degli occhi che sono strutture affascinanti e delicate).
4. Quando la pratica vera e propria è completata, ancora con gli occhi chiusi, appoggiare i palmi delle mani sulle palpebre (palming), senza schiacciarle ma creando un confortevole spazio buio in cui gli occhi, dopo lo sforzo di concentrazione, si possono riposare per alcuni minuti (sì, ho scritto minuti, non secondi!).

Pronti? 
Sediamoci comodamente, la cosa importante è che la schiena sia correttamente allungata.
Mettiamo un cartoncino con un semplice disegno a una distanza dagli occhi che renda possibile vederne bene i contorni; chi indossa gli occhiali può toglierli, dato che questo è (anche) uno degli esercizi di Yoga per la vista.

Il cartoncino va appoggiato in modo da essere ben visibile e all’altezza del viso: infatti così possiamo essere sicuri di avere il collo ben allungato.
Oppure accendiamo una candela, sempre sistemandola a terra o su un tavolino a una distanza da noi compatibile con una buona distensione del dorso.

Chiudiamo gli occhi e facciamo alcune respirazioni per iniziare a “staccarci” dall’esterno.
Quando ci sentiamo pronti, apriamo gli occhi e osserviamo con attenzione i contorni della figura sul cartoncino. Poi scegliamo il punto centrale, che nel caso del disegno che ho riprodotto qui è il centro del cerchio, e lì lasciamo il nostro sguardo, mantenendo le pupille e le palpebre ferme.
Se stiamo usando una candela, fissiamo la fiamma.
Ricordiamoci di respirare…
Quando gli occhi cominciano a lacrimare, rimaniamo concentrati ancora un poco a palpebre aperte: qui stiamo “pulendo” i dotti lacrimali.
Prima di incontrare la stanchezza, chiudiamo gli occhi e rilassiamoli.
Non finisce mica qui!
Adesso viene il bello: portiamo l’attenzione sull’immagine che si forma dietro le palpebre chiuse: si tratta dell’impronta, come un negativo, della figura impressa sulla retina.
Mantenere questa immagine definita e vivida il più a lungo possibile: il segreto, anche qui, è continuare a respirare. 
Ogni volta che l’immagine svanisce, si modifica o si sposta, il respiro ci aiuta a rivederla.

Quando l’immagine svanisce del tutto, facciamo qualche minuto di palming (punto 3 delle raccomandazioni iniziali).

Dopo qualche settimana di pratica costante, raccontatemi come è andata!

* per approfondimenti: Yoga per la Vista di Lucia Gaudenzi e Gianfranco Guerra



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