“Per tutte le figlie e le anziane donne,
prova vivente che l’anima,
nonostante le denigrazioni culturali affermino il contrario, nonostante le delusioni d’amore, nonostante le scelte sbagliate, nonostante gli scontri e le ferite…
che l’anima torna ancora a vivere, ancora.
Per tutte le figlie e le anziane donne, che da tempo siano convinte o da poco abbiano avuto l’illuminazione,
che nonostante le pecche, nonostante l’ego blateri il contrario,
la saggezza è infusa nel loro corpo e nella loro anima dalla nascita,
e rappresenta sia la loro eredità dorata sia la loro scintilla d’oro.
Per tutte le figlie e le anziane donne che stanno costruendo le credenziali che più hanno importanza: la prova che una donna è come un grande albero che, grazie alla sua capacità di muoversi invece che rimanere immobile, può sopravvivere alle tempeste e ai pericoli più terribili, e rimanere ancora in piedi;
e ritrovare ancora il suo modo di ondeggiare nel vento, di continuare la danza.
Per tutte le figlie che stanno imparando, che hanno appena iniziato o sono già a buon punto, a diventare normalmente maestose come sono chiamate ad essere. Che è tanto. Tanto. Tanto.
Per loro, per tutti noi
possiamo tutti
essere più profondi e fiorire,
creare dalle ceneri,
proteggere quelle arti, idee e speranze
cui non possiamo permettere di scomparire
dalla faccia di questa terra.
Per tutto questo, possiamo vivere a lungo
e amarci l’un l’altro,
giovani da vecchi
e vecchi da giovani
per sempre.
Clarissa Pinkola Estes, “La danza delle Grandi Madri”
*immagine di Vladimir Tolman