7 consigli per insegnare Yoga in una città di provincia e rimanere (forse) sani di mente – parte seconda
Written by Laura on 01/05/2013
2. AMA I TUOI ALLIEVI (ti somigliano)
Lavoravo a tempo pieno in una grande azienda; mi alzavo prestissimo per praticare, scappavo dalle riunioni per insegnare ai miei corsi Yoga e spesso finivo di lavorare ai progetti aziendali a notte fonda, dopo essere rientrata dalle lezioni.
Chi me lo faceva fare?
Mi era chiarissimo, e ora lo è ancora di più, che lo facevo e lo faccio, per amore; adoro le “mie persone”, adoro stare nei loro universi, meravigliosi e sorprendenti, adoro studiare e insegnare Yoga.
Sennò non potrei farlo.
Amare le tue persone significa ascoltarle, dare valore al fatto che si organizzano (a volte pesantemente!) per venire ai tuoi corsi, seguirti ai seminari, praticare insieme a te.
Significa, se insegni Yoga, capire al di là delle esplicitazioni, perché ogni giorno siamo differenti, comprendere di cosa c’è bisogno e cosa puoi fare per raggiungerli.
Significa essere in grado di raggiungere tutti, o almeno provarci con sincerità totale.
Significa conoscere il Corpo, conoscerne l’anatomia e la fisiologia, i canali energetici, rispettarne l’Armonia nella sequenza di asana, respirazione, mantra, concentrazioni.
Di fatto, significa praticare molto, moltissimo per conto proprio, lavorare costantemente su di sé; e questo ci porta direttamente al prossimo punto…
3. PRATICA, PRATICA, PRATICA
“Ma anche tu, che insegni, poi per conto tuo pratichi Yoga?”
Quesito meditabondo, posto da qualcuno che a sua volta insegna (filosofia all’università, per la precisione).
“Ovvio. Cosa insegno, sennò?”.
Annuisce con aria pensierosa, “Eh, me lo ripeto spesso anche io”.
Immagino valga per tutti coloro che insegnano, qualsiasi sia la materia.
Pratica.
Pratica, sennò cosa vuoi insegnare?
Anche se hai molte classi, quello che fai non sostituisce la tua pratica personale; se si insegna, non lo si fa per se stessi: si è a servizio degli allievi (vedi punto precedente!).
E’ la ricerca personaleche ti porta ad avere qualcosa da condividere con le persone che guidi.
E’ la ricerca personaleche ti porta ad avere qualcosa da condividere con le persone che guidi.
E’ la pratica personaleche ti ha portato, bene o male, ad insegnare Yoga, giusto?
Allora non lasciarla mai.
4. SII CURIOSA/O (e coreaggiosa/o, a volte)
Non basta leggere gli stessi libri e giornali di Yoga che leggono tutti gli insegnanti di Yoga che conosci, e andare agli stessi seminari e festival di Yoga a cui si iscrivono tutti gli altri insegnanti di Yoga, di cui hai sentito parlare da altri insegnanti di Yoga o che hai visto pubblicizzati nei giornali che si occupano di Yoga.
Pratica.
Cerca.
E nascerà la curiosità di seguire strade/insegnamenti/discipline che potrebbero sembrare distanti dal tuo mondo e invece non lo saranno; sii curiosa/o non solo di ciò che ha l’etichetta “Yoga”, ma di tutto ciò che risuonerà in te.
Anche quando sarai l’unica insegnante Yoga nella stanza.
Perché quello che ti muove, che ti ispira, diventa Yoga se tu sei Yoga.
Farà parte del tuo bagaglio, della tua ricerca, della tua Vita.